Matinella. Incontro Via Monteverde, fumata GRIGIA sull’arrivo di nuovi immigrati! Comune: Aderiremo allo SPRAR

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    Si è svolto positivamente l’incontro tenutosi presso l’Hotel Paradiso di Matinella, ed organizzato dai residenti di via Monteverde, che aveva come obiettivo quello di sgomberare il campo da voci che vedevo, nell’iimediatezza, il probabile aprirsi di un nuovo centro di accoglienza.

    Alla presenza di decine e decine di persone, il sindaco Josca, l’ass.re Vairo ed il Vice Sindaco Mirarchi ed il proprietario dell’edificio papabile per ospitare nuovi immigrati, il dr Leone, hanno dato spiegazioni e chiarito quello che accadrà in Via Monteverde.


    Presenti fra il pubblico i consiglieri comunali di minoranza Bagini e lanza.

    A seguito della continua fase emergenziale che vede protagonisti involontari, gli immigrati, la prefettura scavalcando ogni organo comunale, potrebbe inviare in questa abitazione decine e decine di persone. Nulla in contrario ma è lapalissiana e comprensibile  la preoccupazione del vicinato, viste la miriadi di eventi incresciosi che hanno , e stanno riempendo, le edizioni dei tg nazionali.

    Il dialogo tenutosi è stato da ambo le parti, come dicevamo sopra, costruttivo, educato e con pacatezza, non sono mancati però momenti di tensione che hanno visto il Dr Leone ironico su questa possibilità urtando un po’ i presenti, ma da persona competente che da anni  lavora  con questa emergenza ha tranquillizzato subito ed invitato alla calma.

    «Ringrazio i presenti ed i residenti di Via Monteverde per la pacata ed educata lettera che mi hanno inviato. Mi sono immedesimato in voi e per questo abbiamo messo in campo ogni azione possibile a limitare l’arrivo incontrollato di immigrati. Aderire allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) è una soluzione che non può evitare l’arrivo di ospiti in questa struttura ma che, ne limita il numero ( 2 immigrati ogni 1000 abitanti, circa 15 in totale) e ne aumenta il controllo – ha dichiarato il sindaco Josca – è importante aderire a questo progetto, quindi che permette al Comune di esercitare un’azione diretta di controllo e verifica su chi verrà in questa struttura . La nostra Amministrazione non intende assecondare progetti che prevedano l’aumento indiscriminato della presenza di extracomunitari migranti, oltre un numero certo e determinato che allo stato si ritiene già raggiunto dalle trenta attuali presenze. Incrementare tale numero non è possibile, in guanto ciò impedirebbe la messa in atto di qualunque progetto di integrazione. D’altro canto potremmo trovarci a vedere inermi l’arrivo di decine e decine di immigrati inviati dal prefetto su cui non potremmo esercitare alcun diritto di controllo e verifica. – conclude Josca>>

    Di pari opinione è stato il dr Leone che ha tranquillizzato i residenti dichiarando pubblicamente

    <<Lo SPRAR oggi è una risorsa e va colta al massimo. La società che rappresento potrebbe aderire al bando che da qui al prossimo 31 marzo deve essere approvato e pubblicato dalla Giunta comunale, in questo modo, io posso grantire a tutti i presenti che in questa struttura farò giungere persone che provengono già da altri CAS (Centri di Accoglienza Straordinari…la struttura di Albanella è uno di questi) ovvero persone che già sono presenti in italia e che dopo 6 mesi di SPRAR avranno acquisito ogni diritto sul territorio nazionale, quindi persone che non metterebbero mai a rischio il loro percorso. Ragazzi tranquilli in poche parole. La normativa che regolamenta lo SPRAR è chiara. Le strutture SPRAR hanno una funzione educativa e di reinserimento che gradualmente dovranno sorbire gli immigrati che si trovano nei CAS fino alla chiusura degli stessi – conclude Leone>>

    Discordante dal Sindaco e da Leone è stato il vice sindaco Mirachi che ha espresso la sua opinione dichiarando la propria volontà ad intervenire sui tavoli che gestiscono queste emergenze al fine di evitare l’arrivo di immigrati altresì, di aprire (se necessario) lo SPRAR in strutture comunali in periferia (Asilo a  Bosco o  Palazzo Anzisi ad Albanella).

    Spaccata quindi la compagine amministrativa presente che da un lato lascia poca scelta sul futuro di via Monteverde.

    I titolari della struttura che, ripetiamo, lavorano con l’emergenza immigrati, dispongono dell’immobile e sono liberi di continuare la loro attività. Non aderire allo SPRAR potrebbe essere un via libera alla prefettura all’allocazione di altri immigrati (la struttura potrebbe ospitarne circa 50) ma la cosa ancora più preoccupante è che ben 7 imprenditori/concittadini del posto hanno manifestato la volontà alla prefettura di ospitare immigrati direttamente e senza “controllo”.

    La scelta dello SPRAR, a questo punto, è una scelta obbligata perché andrebbe a limitare la presenza di immigrati a circa 15 ed evitare il crearsi di altre stutture sul territorio disponibili ad accoglierli…

    Cari concittadini c’è poca da discutere ma tanto da dire sulla mancata informazione: in un modo o nell’altro con CAS e senza CAS, con SPRAR e senza SPRAR accoglieremo immigrati vittime di uno squallido gioco di affari e potere…ciò nonostante dimostreremo la nostra benevolenza all’integrazione di questi ragazzi come abbiamo sempre fatto sgomberando il campo da ideologie razziali che non ci appartengono!

    Che cosa è lo SPRAR

    Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) costituisce una rete di centri c.d. di “seconda accoglienza” destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale.

    Esso non è dunque finalizzato (come i CDA o i CARA) ad un’assistenza immediata delle persone che arrivano sul territorio italiano ma, originariamente, all’integrazione sociale ed economica di soggetti già titolari di una forma di protezione internazionale (rifugiati, titolari di protezione sussidiaria o umanitaria). Nei primi anni di attività, tuttavia, lo SPRAR ha dovuto supplire alle carenze del sistema “primario” di accoglienza, con una quota decrescente di posti assegnati anche ai richiedenti protezione (passati dall’80% nel 2004 al 28% nel 2011).

    Lo SPRAR si propone due obiettivi principali: (a) offrire misure di assistenza e di protezione al singolo beneficiario; (b) favorirne il percorso di integrazione attraverso l’acquisizione di una ritrovata autonomia.

    Per raggiungere tali obbiettivi i progetti dello SPRAR si fondano tutti sul concetto di empowerment del beneficiario, inteso come “un processo individuale e organizzato, attraverso il quale le singole persone possono (ri)costruire le proprie capacità di scelta e di progettazione e (ri)acquistare la percezione del proprio valore, delle proprie potenzialità e opportunità” (Servizio Centrale SPRAR, “Manuale per l’attivazione e la gestione di servizi di accoglienza e integrazione per i richiedenti e i titolari di protezione internazionale”, Roma, p. 4).

    In questo senso esso rappresenta una punta di “eccellenza” del complessivo sistema istituzionale di accoglienza degli immigrati e dei richiedenti asilo, purtroppo destinato ad accogliere soltanto una minima parte dei soggetti ai quali esso teoricamente si rivolge.

    Lo SPRAR è stato istituito ai sensi dell’art. 32 l. n. 189/2002, e in seguito a un protocollo d’intesa del 2001 stipulato dal Ministero dell’Interno, dall’ANCI e dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (UNHCR), che hanno cercato di razionalizzare i programmi di accoglienza in precedenza gestiti a livello locale. L’intera rete è coordinata e monitorata da un Servizio Centrale, gestito dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), in seguito ad una convenzione stipulata con il Ministero dell’Interno.

    Il Sistema è attualmente finanziato attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (FNPSA) anche se nel corso del tempo ha potuto contare su diverse fonti di finanziamento straordinarie. Nel 2011, ad esempio, secondo i dati del Servizio Centrale, ai 3000 posti finanziati attraverso il FNPSA, si sono aggiunti altri 979 posti, finanziati dalla Protezione Civile (816 posti) e dalle risorse provenienti dall’8 per mille (163).

    Lo SPRAR è costituito dalla rete degli enti locali che accedono ai finanziamenti del FNPSA. Il ministero dell’Interno, tramite il servizio centrale, infatti emana ogni tre anni un bando per l’assegnazione dei posti finanziati. I singoli enti locali interessati, congiuntamente ad organizzazioni del terzo settore presenti sul territorio, precedentemente selezionate a livello locale, partecipano a tale bando presentendo il proprio progetto. I progetti possono essere ritenuti “idonei” e finanziati o “non idonei”. In alcuni casi i progetti vengono ritenuti “idonei” ma per mancanza di fondi, non vengono attivati. I progetti ritenuti “idonei e non finanziati” possono però essere attivati in un secondo momento, qualora vengano rinvenuti nuovi fondi.

    I progetti prevedono l’accoglienza di singoli e/o famiglie in appartamenti o in centri collettivi, e lo svolgimento di una serie di attività per favorire la loro integrazione sul territorio.  I servizi offerti dai singoli progetti territoriali dello SPRAR sono: assistenza sanitaria; assistenza sociale; attività multiculturali; inserimento scolastico dei minori; mediazione linguistica e interculturale; orientamento e informazione legale; servizi per l’alloggio; servizi per l’inserimento lavorativo; servizi per la formazione.

    I singoli progetti possono essere rivolti ai c.d. beneficiari ordinari, oppure ai c.d. vulnerabili (minori non accompagnati, nuclei monoparentali, vittime di tortura, beneficiari con disagio psichico), in presenza di condizioni fisiche o psicologiche che rendono particolarmente delicata l’attività di accoglienza e che richiedono interventi specifici.

    Nel 2011, secondo i dati del Servizio Centrale, 7.598 persone sono state complessivamente accolte nella rete SPRAR. Il 18% di esse era costituito da rifugiati; il 38% da titolari di protezione sussidiaria, il 16% da titolari di protezione umanitaria, il 28% da richiedenti una forma di protezione internazionale.

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