Capaccio. Gestione Piscina Poseidone, la risposta del dr Eustachio Voza

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    Preso atto dell’attuale fase della ormai lunghissima vicenda amministrativa che riguarda i rapporti tra l’ATI Afrodite, soggetto gestore dell’impianto natatorio di Capaccio Scalo, e l’Ente comunale proprietario, rimango sbigottito ed interdetto per l’atto amministrativo(?), di cui sono venuto a conoscenza dalla stampa praticamente in contemporanea alla sua pubblicazione, e per i suoi contenuti, successivamente appurati.

    Conoscere tutti gli atti che compongono un faldone ormai corposissimo, che va dall’aggiudicazione dell’appalto in questione da parte di un soggetto formato dalle più alte espressioni dello sport italiano e dell’imprenditoria regionale (Circolo Nautico Posillipo, Elysium SSD, Movimento Sportivo Popolare Italia – CR Campania) e da una dinamica società cooperativa (Kerres SCS) a tutti i numerosi successivi atti e azioni intraprese perché la struttura venisse messa in condizione di avere il miglior previsto funzionamento, rende solo la vicenda più incomprensibile per come ricostruita in atti in maniera assolutamente fantasiosa e lontana dalla realtà.


    Appare il caso – pur non volendo sottrarre alle più opportune sedi di trattazione – fare chiarezza su quanto avvenuto.

    Il sottoscritto, al netto delle evidenti imprecisioni su titoli, ruoli e responsabilità e la loro distribuzione all’interno dell’ATI e delle mandanti che la compongono (come pure confermato dagli atti richiamati dall’Ente stesso), successivamente all’aggiudicazione e alla stipula del relativo contratto, ha svolto dapprima attività di consulenza per la mandataria e poi per l’ATI Afrodite, della quale è divenuto, unitamente anche ad altri professionisti, procuratore dal corrente anno sportivo.

    Rimane evidente che l’attività professionale di un soggetto che legittimamente svolga il proprio ruolo di consulente, maggiormente se pubblicamente esposto, possa essere scomodamente percepita, ma ove le pubbliche ricostruzioni effettuate decisamente sconfinino in ben altre infondate, infanganti e infamanti asserzioni, peraltro unicamente basate su presupposti e supposizioni pure viziati ed inesatti, è evidente che le responsabilità debbano essere ricercate e perseguite per la tutela di tutti i soggetti coinvolti.

    Pertanto, categoricamente smentendo tutto quanto apparso in articoli a stampa variamente diffusi in queste ore, come basato su atti recanti supposizioni parimenti integralmente infondate, mi rammarico di dover rimettere ad ogni azione possibile la tutela dell’onorabilità del sottoscritto e di tutti gli altri soggetti coinvolti nell’inverosimile vicenda, che dovrà essere analizzata presso le competenti sedi in ogni suo aspetto e sin dall’inizio, considerando la particolarità degli accadimenti di mia conoscenza, come succedutisi nel periodo considerato.

    Dott. Eustachio Voza

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