Verso la vita:L’indifferenza è la droga più terribile!

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    di Serafina Russo

    Verso la VitaVerso la vita è un piccolo centro, situato in località Chiorbo nel comune di Capaccio, poco distante dal Laghetto di Capo di fiume. L’associazione, fondata da Fausto Sabia, è un centro di accoglienza per ex-tossico dipendenti. Quando sono andata a visitare l’associazione grazie ai ragazzi e ai dipendenti mi sono subito sentita a “casa”,ascoltare le loro storie è stato come entrare in un universo di emozioni,di dolore,di paure e di “finte” felicità. Scrutando nei loro occhi si notava il segno di storie tristi, esprerienze brutte e tanta solitudine, ma anche curiosità, timore, forza, rimpianto, amicizia , nostalgia, voglia di ricominciare e soprattutto una grande lezione di vita.

    • Quando e con quali scopi nasce l’associazione?
    Nasce nel Marzo del 1996 come Centro di ascolto. Opera attivamente da circa dieci anni nel campo della tossicodipendenza e del disagio giovanile. Collabora anche con altre associazioni e istituzioni di competenza. La comunità di recupero a cui fa spesso riferimento è San Patrignano. ”Verso la vita” è un’associazione di volontariato ONLUS, senza scopo di lucro, che opera attraverso il contributo volontario dei Soci Fondatori. Benemeriti e sostenitori nonchè donazioni elargite nel corso di diverse manifestazioni artistiche e culturali. Ha il chiaro intento di aiutare i giovani in difficoltà, caduti nella dura rete della droga. Si pone l’obbiettivo di fornire un sostegno e un orientamento al recupero e a quanti fanno uso di sostanze stupefacenti ed alle loro famiglie. Opera nella consapevolezza di essere solo il primo sostegno e guida nella scelta di un cammino più ampio verso un eventuale comunità dove, di fatto, avverrà la riabilitazione ed il recupero di personalitàe di valori. Offre un sostegno morale alle famiglie, aiutandole ad uscire dall’isolamento e dal senso di vergogna e di impotenza che, spesso, si prova quando si scopre che il proprio figlio si droga.

    • Qual è l’età media delle persone che si rivolgono al centro e come avviene il primo contatto?
    L’età media è variabile, però negli ultimi anni sempre più a chiedere aiuto sono i giovani. I giovani perché? Perchè ingannati dalle pubblicità e dalle false notizie. Come esistono pubblicità di prevenzione ne esistono altre che, purtroppo, sponzorizzano l’uso delle sostanze stupefacenti(semplice esempio le foglie di mariuana sulle magliette e sui bracciali). Anche su Internet, che ha portato benefici notevoli alla vita umana, si trovano siti che persuadendo la gente affermano che la cocaina fa bene. Quest’ultima, prima considerata la “droga dei ricchi” oggi è alla portata di tutti; dal quindicenne immaturo al benestante cinquantenne che soffre della crisi di mezza età. Per quanto riguarda il primo contatto avviene in genere telefonicamente. Il più delle volte sono i familiari che si rivolgono all’associazione, indirizzati dai servizi sociali, dalle forze dell’ordine o da persone che sono in contatto con il centro. Nei primi incontri tra l’operatore del centro e la sua famiglia si costruisce un percorso di conoscenza reciproca, in questa fase viene fissato un programma orientativo personalizzato che ha lo scopo di convincere il ragazzo stesso ad evitare l’uso delle sostanze assunte fino a quel momento, per poi orientarlo, consapevole delle proprie difficoltà, verso un percorso idoneo per risolvere la sua condizione di disagio.

    • Come reagisce,in genere, un ragazzo durante l’ambientamento?
    All’inizio il ragazzo stesso crea un confronto con le altre persone che hanno vissuto e superato lo stesso problema. Si cerca di spingerlo verso valori nuovi, facendo emergere in lui quelle motivazioni che lo possono condurre ad uno stile di vita diverso, ad un nuovo vero rapporto coi familiari che diventano, di conseguenza, il fulcro di questo cambiamento; per questo motivo la presenza la presenza della famiglia agli incontri periodici di gruppo è fondamentale. E’ molto importante testimoniare con la propria esperienza diretta, poiché alla vita ci si può tornare se consapevolezza e responsabilità si sostituiscono a disperazione e impotenza. Alla base di tutto c’è la fiducia, quando si ha di fronte una persona in difficoltà è importtante penetrare il suo senso di sfiducia, la sua diffidenza verso tutti e tutto. Solo quando il ragazzo sa di aver abbattuto questo muro si può cominciare a costruire un percorso che ricondurrà il ragazzo alla serenità interiore. Quando i ragazzi si conoscono, si confrontano e parlano delle proprie esperienze, ognuno esprime la propria condizione e le proprie difficoltà interiori che sono il vero motivo di disagio. Nasce di conseguenza un forte senso di solidarietà e di amicizia. Viene fuori la consapevolezza di voler approfondire ancor di più questi aspetti e, con convinzione si matura la scelta di aver bisogno di consolidare in modo definitivo la ritrovata voglia di vivere. Molto spesso si scelgono le attività fisiche per far si che ogni ragazzo appressi la ritrovata forza fisica devastata dall’uso di droghe, quindi sport, teatro, e altro aiutano a ritrovare la fidicia nelle proprie capacità.

    • Perché “Verso la vita”??
    Nel Marzo del ’96 ci fu una riunione a cui parteciparono 27 persone. Ognuno di loro propose un nome, ma la proposta più originale fu quella della moglie del Signor Sabia, donna determinata e piena di iniziative che fu per suo marito un grande aiuto e forse fu grazie a lei che decise di uscire dal tunnel della drogra.

    Quest’uomo non solo è riuscito a salvarsi ma ha tratto dalla sua esperienza la voglia di aiutare altre persone affichè possano ricominciare a vivere. A questo punto, niente di più vero della bellissima frase di Nietzsche: “Ciò che non uccide, fortifica.”

     

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