Tribunali e Giudici di Pace: in vigore la riforma. Cancellati anche Eboli, Sala Consilina, Roccadaspide, Agropoli e Capaccio

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    Giudici di Pace e Tribunali: quasi 1000 uffici tagliati in tutta Italia!

    Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 12 settembre 2012 i Decreti Legislativi 7 settembre 2012, n. 155 e 156 che ridisegnano dal 2013 la geografia degli uffici giudiziari in Italia.

    I Decreti, come annunciato anche da questo sito alcuni mesi fa, prevedono la soppressione di 667 uffici di Giudice di Pace italiani, 31 Tribunali, 31 Procure e 220 sezioni distaccate presenti in Italia.


    Le competenze delle corti soppresse saranno assorbite dai tribunali maggiori, secondo uno schema che è contenuto nei decreti pubblicati e che entrerà in vigore tra circa un anno, data in cui scompariranno definitivamente 949 uffici giudiziari italiani tra Giudici di Pace, tribunali, procure e sezioni distaccate.

    Nel salernitano sono 16 gli uffici di Giudice di Pace aboliti entro l’anno: Sarno, Polla, Sapri, Amalfi, Buccino, Capaccio, Cava de’ Tirreni, Eboli, Laviano, Mercato S. Severino, Montecorvino Rovella, Roccadaspide, S. Cipriano Picentino, Sant’Angelo a Fasanella, Agropoli e Pisciotta, con competenze che andranno ai Giudici di Pace di Salerno (che assorbirà la competenza dei territori precedentemente di pertinenza di Amalfi, Buccino, Capaccio, Eboli, Laviano, Montecorvino Rovella, Roccadaspide, S. Cipriano Picentino e Sant’Angelo a Fasanella), di Nocera Inferiore (Sarno, Cava de’ Tirreni e Mercato San Severino), di Vallo della Lucania (Agropoli e Pisciotta) e di Sala Consilina (Polla e Sapri). Nel salernitano dunque si passa da 20 Giudici di Pace a soli 4 (Salerno, Nocera, Vallo della Lucania e Sala Consilina).

    Una corsa contro il tempo per comuni e città d’Italia interessati dai tagli per tentare ora di salvare almeno i piccoli presidi giudiziari (Giudici di Pace) presenti sui rispettivi territori e attorno ai quali si era creato negli anni un discreto indotto economico. Ancora pochi giorni per un ultimo, disperato e quanto mai difficile tentativo, considerato che il D.Lgs. 156/2012 prevede – in ossequio ad una sorta di “federalismo giudiziario” – la possibilità (da esercitarsi entro i 60gg successivi alla pubblicazione degli elenchi degli uffici soppressi) per i singoli comuni (anche consorziati fra loro) di richiedere il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace, purché ci si faccia carico integralmente delle spese di funzionamento del “piccolo tribunale”, ivi incluso il fabbisogno del personale amministrativo di supporto (che dovrà essere messo a disposizione dai comuni stessi). In altri termini lo Stato “ci mette” il giudice, ma tutte le spese di gestione saranno a carico dei Comuni.

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    Nei mesi scorsi avevamo dato conto di un tentativo di salvataggio dell’Ufficio di Giudice di Pace di Roccadaspide, capeggiato dal Sindaco della città del “marrone I.G.P.”, Girolamo Auricchio, che aveva chiamato a raccolta i sindaci dei comuni del comprensorio per verificare la possibilità di un “consorzio intercomunale” in grado di sobbarcarsi, pro quota, le spese di funzionamento dell’Ufficio giudiziario rocchese che lo Stato ha deciso di cancellare.

    Passando alle corti maggiori, sono 31 i Tribunali e le Procure soppresse in Italia. Non si salva dal taglio la Campania, che vede scomparire dal 2013 (i tagli saranno operativi fra 12 mesi) i tribunali e le Procure di Ariano Irpino, Sant’Angelo dei Lombardi e Sala Consilina.

    Cancellate anche le sezioni distaccate di Tribunale di Cervinara (sez. distaccata del Tribunale di Avellino), Airola e Guardia Sanframondi (Tribunale di Benevento), Afragola, Capri, Casoria, Frattamaggiore, Ischia, Marano di Napoli, Portici e Pozzuoli (Tribunale di Napoli), Aversa, Carinola, Caserta, Marcianise e Piedimonte Matese (Tribunale di S. Maria C.V.), Castellammare di Stabia, Gragnano, Sorrento e Torre del Greco (Tribunale di Torre Annunziata). Nel salernitano scompariranno fra un anno le sezioni distaccate di Sapri (sezione del Tribunale di Sala Consilina soppresso), di Amalfi, Cava de’ Tirreni, Eboli, Mercato San Severino e Montecorvino Rovella (sezioni distaccate del Tribunale di Salerno che ora assorbirà la competenza territoriale di tutte le sezioni soppresse).

    Sindaci, comunità ed operatori sono tutt’ora sul piede di guerra, accusando non solo il governo di tagli in alcuni casi “senza criterio”, ma biasimando anche i parlamentari locali per aver permesso il definitivo licenziamento dei due decreti senza alcuna resistenza contro la soppressione delle corti salernitane.

    Polemiche soprattutto sui tagli dei Giudici di Pace, una categoria di uffici giudiziari che secondo gli operatori era l’unico settore della giustizia italiana che funzionava sufficientemente, fornendo performance discrete e giustizia ai cittadini in tempi piuttosto rapidi. Particolarmente preoccupati gli avvocati salernitani, che temono non solo l’ingolfamento del sistema giudiziario – già congestionato da migliaia di procedimenti inevasi – ma anche il futuro “blocco” delle cause ancora pendenti innanzi ai tribunali da sopprimere: cause che, con il passaggio a regime della riforma, rischiano di rimanere sospese chissà per quanto tempo in attesa di riassegnazione ad un nuovo giudice, prolungando oltre tempo l’attesa di giustizia dei cittadini coinvolti.

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