Parma. E’ morto il boss della NCO, Raffaele Cutolo

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    E’ morto con i suoi segreti Raffaele Cutolo, il boss fondatore della Nuova Camorra Organizzata e protagonista di una delle trame più controverse della storia d’Italia, il caso Cirillo. Era ricoverato in ospedale a Parma in regime di carcere duro, aveva 79 anni ed era il detenuto più anziano al 41 bis. Le sue condizioni si erano aggravate da un paio di giorni.

    Resterà l’uomo dei misteri, il padrino criminale che aveva condotto la trattativa con pezzi dello Stato e i vertici dell’allora Democrazia cristiana affinchè le Brigate rosse liberassero l’allora assessore regionale Ciro Cirillo, rapito dai terroristi il 27 aprile 1981 e liberato il 24 luglio 1981.


    Nato nel 1941 ad Ottaviano, paese della provincia di Napoli ai piedi del Vesuvio, la figura criminale di Raffaele Cutolo ha ispirato il film “Il camorrista”, girato dal futuro regista premio Oscar Giuseppe Tornatore e tratto dal libro del giornalista Giuseppe Marrazzo, e a lui facevano pensare i versi della canzone di Fabrizio De André “Don Raffaé”.

    Gli uccisero il primo figlio, Roberto, assassinato in un agguato a Tradate, in provincia di Varese, nel 1991, poi è diventato padre per la seconda volta nel 2007, di una bambina concepita con la moglie Immacolata Iacone attraverso l’inseminazione artificialeautorizzata dal ministero di Giustizia sei anni prima. Più volte condannato all’ergastolo, commise il primo omicidio nel 1963, uccidendo un ragazzo al culmine di una lite. Da quel momento, iniziò la parabola criminale del boss. Era in cella ininterrottamente dal 1979, gli ultimi 28 anni in regime di 41 bis.

    Un anno fa aveva ingaggiato la sua ennesima battaglia contro la giustizia italiana, chiedendo il rinvio dell’esecuzione della pena, con detenzione domiciliare, per consentire all’ex padrino di curarsi. Ma il tribunale di Sorveglianza di Bologna non si era limitato a ritenere le sue condizioni di salute compatibili con il carcere. I giudici avevano aggiunto che, pur anziano, malato e in cella, Cutolo era ancora un simbolo.

    “Si può ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla Nco, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma – avevano scritto – Nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un ‘simbolo per tutti quei gruppi criminali” che continuano a richiamarsi al suo nome.

    Le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi due giorni. Lunedì era stato comunicato alla difesa che a Cutolo si era ripresentata dopo un paio di settimane una polmonite bilaterale che aveva determinato una setticemia del cavo orale. Martedì l’avvocato Gaetano Aufiero aveva presentato una nuova istanza di scarcerazione e aveva ottenuto l’autorizzazione ad un colloquio straordinario fra il padrino e la moglie, Immacolata Iacone. Ma il tempo dell’uomo dei misteri era scaduto e ieri, in ospedale, il suo cuore si è fermato per sempre.

    fonte:La Repubblica

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