GLI EDIFICI nZEB, IL FUTURO DELL’EDILIZIA

    0

    Il settore dell’edilizia determina da solo il 40% dei consumi energetici nell’Unione Europea, infatti rappresenta un ambito di azione prioritario per l’Unione Europea nell’ottica del raggiungimento dei target sul clima e l’energia fissati per il 2020 e il 2050. In tale scenario è stato introdotto il concetto di edifico ad energia quasi zero (nZEB – nearly Zero Energy Building).

    L’esigenza di costruire edifici energeticamente efficienti si è affermata già negli ultimi decenni del secolo scorso, in conseguenza della crisi energetica degli anni ‘70. È proprio in quel periodo che si è definito il concetto di sviluppo sostenibile e diffusa la sensibilità al tema del risparmio energetico. Dagli anni Settanta ad oggi si è fatta molta strada e con le nuove normative si è arrivati ad ultime definizioni sul tema, con l’obbligo di costruire, dal 2021, solo edifici a energia quasi zero.


    Con il termine edifici nZEB si intendono gli edifici ad altissima prestazione energetica che minimizzano i consumi legati al riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, illuminazione, produzione di acqua calda sanitaria, utilizzando energia da fonti rinnovabili, elementi passivi di riscaldamento e raffrescamento, sistemi di ombreggiamento e garantendo un’idonea qualità dell’aria interna e un’adeguata illuminazione naturale in accordo con le caratteristiche architettoniche dell’edificio.

    Ufficialmente il termine nZEB compare per la prima volta all’interno di un pacchetto di Direttive Europee definite dall’acronimo EPBD (Energy Performance Building Directions) nel 2010, che prosegue la strategia dell’Europa 2020 in tema di sviluppo sostenibile, invitando gli stati membri a introdurre normative sulla prestazione energetica degli edifici.

    La direttiva 2010/31/UE, all’ art. 9, stabilisce che tutti gli edifici di nuova costruzione a partire dal 31 dicembre 2020 siano ad energia quasi zero, mentre per gli edifici pubblici il termine è anticipato al 31 dicembre 2018. Lo stesso articolo indica che gli stati membri diano una definizione nazionale degli edifici nZEB e che si attivino per la loro promozione. Con l’art. 2 della stessa direttiva viene fornito quello che è il concetto base di nZEB edifici a energia quasi zero: “un edificio ad altissima prestazione energetica. Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze”.

    Tuttavia questa non rappresenta una definizione univoca né quali caratteristiche l’edificio debba possedere, di modo che viene affidato ad ogni stato membro il recepimento della direttiva sulla base delle specificità locali, lasciando ampi margini di personalizzazione.

    In Italia il tema dell’efficienza energetica è stato introdotto dal D.lgs. 192/2005, poi modificato dal D.L. 63/2013, divenuto L. 90/2013 per integrare alcuni aspetti richiesti dalle EPBD che ancora mancavano. Questa legge tratta, quindi, di efficienza energetica e integrazione nel sito di fonti rinnovabili per la produzione di energia.

    Successivamente con l’entrata in vigore del DM 26 giugno 2015 “Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici” è stato fornito un approccio più completo al tema. Nel decreto sono definite le caratteristiche che un edificio deve possedere e i requisiti prestazionali minimi per essere un edificio a energia quasi zero.

    Alla lentezza delle normative nazionali ed europee, si è contrapposta negli ultimi anni una forte sensibilità locale verso il tema dell’efficienza energetica degli edifici, che ha portato all’introduzione di standard e metodi di certificazione orientati all’nZEB come lo Standard Passivhaus e CasaClima.

    Figura n. 1: Un esempio di struttura di edificio ad energia quasi zero nZEB

     

    Come visto per la progettazione e la costruzione di un edificio nZEB non esistono una vera e propria regola univoca, ma piuttosto alcuni principi da rispettare per sviluppare un progetto che sia il più possibile efficiente.

    In base al contesto ambientale e climatico, il primo passo è sempre quello di ricercare soluzioni passive che minimizzino la domanda energetica e quindi la necessità di intervento degli impianti meccanici. Per questo motivo è fondamentale studiare aspetti quali la forma, l’orientamento e le strutture dell’edificio, prendendo in considerazione fattori quali l’irraggiamento, i venti prevalenti, le temperature e gli ombreggiamenti. Il calore deve essere captato il più possibile in inverno e fermato in estate, è importante garantire un buon livello di ventilazione naturale e di raffrescamento passivo, si deve avere un buon livello di illuminazione naturale e fare in modo che le dispersioni siano minime, con le giuste caratteristiche di isolamento degli elementi opachi e trasparenti.

    È evidente che un edificio ad energia quasi zero deve tener conto delle stagioni: in inverno dovrà sfruttare al massimo il calore del sole, massimizzare l’accumulo e garantire l’isolamento termico; mentre per assicurare un clima fresco in estate occorre schermare bene l’edificio, studiare la tecnica di isolamento termico più performante e i sistemi di ombreggiamento; invece per l’energia necessaria al funzionamento dell’edificio può essere fornita da fonti rinnovabili. È chiaro, quindi, che un edificio NZEB in un clima molto caldo sarà diverso rispetto ad uno costruito in un clima freddo. Infine, il costante monitoraggio dei consumi e l’introduzione di un sistema domotico permettono di raggiungere livelli di efficienza molto elevati, integrando l’architettura con l’impiantistica e l’ingegneria.

    In sostanza la corretta progettazione di edifici nZEB si basa su alcuni concetti chiave:

    • la captazione del calore, che dipende dall’involucro nelle sue componenti opache e finestrate. Risulta necessario un attento studio del sito su cui l’edificio andrà ad insistere al fine di poterne sfruttare l’orientamento ottimale, l’irraggiamento solare e l’esposizione o meno ad eventuali venti;
    • l’accumulo legato alla massa termica dell’edificio;
    • il controllo, sia esso legato alla regolazione degli apporti solari o di ventilazione, sia correlato alla componente impiantistica;
    • la conservazione del comfort interno, raggiungibile tramite un elevato e accurato isolamento dell’involucro e ad una corretta tenuta all’aria dello stesso;
    • la distribuzione o ripartizione del calore;
    • la protezione, (importante dato il nostro clima mediterraneo) da apporti solari eccessivi anche attraverso l’utilizzo razionale del verde;
    • la dispersione, attraverso una corretta ventilazione naturale e nei casi di una maggiore efficienza energetica, attraverso una accurata ventilazione meccanica o di comfort.

    Questi concetti possono essere opportunamente tradotti in strategie applicative specifiche per le differenti stagioni. In inverno infatti devono essere massimizzati gli apporti solari gratuiti, l’accumulo e l’isolamento termico e ridotte il più possibile le perdite per ventilazione. In estate invece devono essere ridotti al minimo gli apporti interni e gli apporti solari tramite opportune schermature; deve essere attivato il raffrescamento tramite free cooling in special modo nelle ore serali, mentre per l’involucro edilizio è necessario un notevole isolamento termico per la riduzione degli apporti per trasmissione dall’esterno verso l’interno ed è necessaria la presenza di inerzia termica per rallentare l’onda termica e masse di accumulo per lo stoccaggio del calore interno da cedere durante la notte.

    Partendo da tali accorgimenti è possibile realizzare edifici a energia quasi zero nZEB che operino mantenendo il comfort interno in climi sia rigidi che caldi e miti, modulando gli interventi, a seconda del sito e del tipo di tecnologia adottata, per una corretta risposta in regime estivo e invernale.

    Figura n.2: Un esempio di struttura interna di una casa passiva: tutti gli elementi naturali concorrono al suo fabbisogno

    In Italia l’Enea ha dato il via ad un’iniziativa, l’Osservatorio Nazionale degli Edifici a Energia quasi Zero (NZEB), con lo scopo di monitorare la costruzione degli edifici ad alta prestazione energetica. L’obiettivo di questo lavoro, oltre a monitorare lo stato dell’arte, è quello di poter fornire agli esperti del settore del materiale utile per la realizzazione di nuovi edifici NZEB, con informazioni in merito tecnologie, casi studi, procedure utilizzate finora. Si stima che attualmente in Italia ci siano tra i 650 e gli 850 edifici NZEB, per lo più di edilizia residenziale e nelle regioni del Nord Italia.

     

    Fonte: ing. Donato Stefano Parente

    Visits: 7