Albanella, rispettato il Patto di Stabilità. Saldo finanziario 2011 in positivo

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    Firmata la certificazione della verifica del rispetto degli obiettivi del Patto di Stabilità.

    Con la delibera n. 23 del 19.04.2012 la Giunta Comunale ha preso atto del rispetto del Patto di Stabilità interno relativo all’anno 2011. Soddisfatta l’amministrazione comunale di Albanella che «tra mille difficoltà causate dai sempre più radicali tagli ai trasferimenti da parte dello Stato centrale, è comunque riuscita a far quadrare i conti e rimanere nella soglia limite di spesa fissata dal Patto di Stabilità interno» ha dichiarato il Sindaco, che poi ha aggiunto: «Il rispetto del Patto è un premio significativo alla gestione oculata e parsimoniosa da parte di uffici, dirigenti e amministratori del Comune dal punto di vista finanziario e amministrativo. Abbiamo rispettato i parametri ed i vincoli imposti, mantenendo tutti gli impegni contrattuali con fornitori ed imprese. Con il rispetto del Patto, anche per quest’anno, siamo riusciti a garantire al comune di Albanella la possibilità di un’adeguata programmazione per l’anno 2012 e per gli anni successivi».

    Il 2011 si è chiuso con un saldo finanziario di € 379.000, superiore rispetto all’obiettivo programmatico di inizio stagione (€ 179.000).


    Il Patto di Stabilità – ideato come Patto di Stabilità e Crescita (PSC) nel 1997 dall’Unione Europea per tenere sotto controllo i conti pubblici degli Stati e poi “esteso” come strumento di controllo finanziario anche agli enti locali – è un complicato meccanismo di limitazione del deficit pubblico che, semplificando, si può ridurre nel concetto che ogni ente ha dei limiti di spesa: nel senso che non può spendere per le varie attività di gestione (stipendi dei dipendenti, lavori pubblici, servizi, manutenzioni, ecc.) più di un certo importo legato alle proprie reali disponibilità (il rispetto del cd. “saldo finanziario“). In poche parole, per un Comune il Patto di Stabilità comporta che non si possa spendere più di quanto si preventivi di incassare, tenendo come parametro di riferimento i bilanci delle annate precedenti e i contributi erogati dallo Stato centrale. Un pò come funziona in un normale bilancio familiare.

    Il Patto di Stabilità nasce nel 1997 con il Trattato di Amsterdam

    Tuttavia si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di una “palla al piede” per i Comuni virtuosi, soprattutto in considerazione del fatto che i continui e radicali tagli alle risorse finanziarie che lo Stato centrale trasferisce anno per anno ai Comuni, inaspriscono sempre di più i limiti da rispettare. Con la conseguenza che un Comune viene praticamente vincolato al quasi totale blocco di assunzioni, opere, manutenzioni e servizi, pur potendo eventualmente contare su prospettive di bilancio positive (paradossalmente può accadere che un Comune abbia in concreto i soldi per finanziare delle opere o per assumere dipendenti, ma per rispettare i rigorosissimi limiti del patto di stabilità incombente, di fatto, non può eseguire tali opere o assumere personale). In pratica uno strumento di gestione finanziaria che finisce per strangolare gli enti locali (molti dei quali, soprattutto i piccoli comuni, producono avanzi di gestione) a favore del ripianamento del deficit che lo Stato centrale produce!

    «Il mancato rispetto del Patto di Stabilità» – ha concluso il Sindaco – «comporta una serie di sanzioni pesanti, come la riduzione dei trasferimenti ordinari dallo Stato, l’impossibilità di contrarre mutui per il finanziamento di opere o lavori pubblici e l’azzeramento delle spese correnti (il Comune praticamente non può più spendere un euro, n.d.r.), con l’eventualità anche di dover procedere alla risoluzione di contratti in essere e al taglio di posti di lavoro. Una sciagura, insomma!».

    Una “sciagura” che ad Albanella, almeno per quest’anno, è stata evitata. Grazie anche all’apporto dei contribuenti Albanellesi.

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