Goletta Verde: il mare campano tra i peggiori per inquinamento fecale! I risultati zona per zona

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    Mare salernitano inquinato in prossimità delle foci dei fiumi

    Escherichia Coli ed Enterococchi intestinali oltre i limiti di legge: Campania terza peggiore regione italiana per inquinamento dei mari.

    Sono questi i catastrofici risultati pubblicati da Legambiente nell’ambito della tradizionale campagna di rilevamento effettuata questa estate da Goletta Verde, la nave laboratorio dell’associazione ambientalista che ogni anno effettua un monitoraggio dei mari italiani con analisi microbiologiche. Quello che ha evidenziato il monitoraggio 2012 è un generalizzato problema di contaminazione delle acque da inquinamento fecale, causato per lo più dalla mancanza di depuratori o dall’inadeguata depurazione degli scarichi da parte dei comuni.


    Sconcertanti i dati relativi alla nostra Regione: su 20 campioni prelevati in varie zone del mare campano, ben 14 sono risultati fortemente inquinati (oltre il doppio rispetto ai limiti di legge), mentre solo 4 sono nei limiti!

    La nave-laboratorio Goletta Verde

    Terrificante la situazione nel casertano e nel napoletano (si salvano solo Portici, Vico Equense e tre siti di Ischia ) con 9 siti fortemente inquinati su 14 esaminati .

    Ma è disastrosa anche la situazione nel salernitano: su 6 punti del mare salernitano esaminati, due (Lungomare Tafuri a Salerno e Scarico Idrovora a Battipaglia) sono risultati inquinati con presenza batterica superiore ai limiti prefissati dalle legge. Ma ben 3 (Litoranea Magazzeno a Pontecagnano, Foce Sele tra Capaccio ed Eboli, Foce Rio dell’Arena tra Ogliastro Marina e Castellabbate) sono risultati fortemente inquinati, con valori di Escherichia Coli ed Enterococchi (batteri all’origine di possibili malattie ed infezioni) superiori oltre al doppio rispetto ai limiti di legge. Si salva solo Torre di Mare a Capaccio Paestum che, secondo i prelievi effettuati il 3 luglio 2012, ha valori di inquinamento entro i limiti (prelievo effettuato presso il mare antistante la spiaggia “Oasi di mare“).

    La nave ambientalista ha monitorato tuttavia tutto il mare italiano: 120 i campioni risultati inquinati su un totale di 205 analisi microbiologiche effettuate dal laboratorio mobile di Goletta Verde durante questa estate 2012. Ben 100 i siti risultati fortemente inquinati, cioè con concentrazioni di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio dei limiti di legge. La maggior parte dei siti inquinati (circa l’86%) si trova alla foce di fiumi, ruscelli, torrenti, canali e depuratori malfunzionanti, segno che sono le acque provenienti dagli impianti fognari cittadini o dagli scarichi abusivi nelle acque dell’entroterra a determinare l’inquinamento dei nostri mari. Sotto accusa la mancanza di idonei impianti di depurazione o il malfunzionamento degli impianti esistenti, che di fatto implicano lo sversamento direttamente in mare non solo di scarichi fognari civili ma anche di quelli, molto più pericolosi, industriali.

    L'oasi dunale di Torre di Mare a Paestum: secondo Goletta Verde il mare è ok

    La regione risultata col maggior numero di siti inquinati è la Calabria, con 19 punti inquinati. Segue la Liguria (15 siti inquinati) e poi come detto la Campania (14 siti inquinati: uno ogni 33km di costa).

    Le migliori regioni si confermano ancora una volta la Sardegna e la Toscana, con punti di inquinamento rarissimi (la Sardegna uno ogni 433 km di spiagge). L’Emilia Romagna conta un solo valore fuori norma e si posiziona al terzo posto tra le Regioni col mare più pulito.

    Resta alla fine un interrogativo sconcertante: laddove il monitoraggio di Goletta Verde ha evidenziato la presenza di inquinamenti oltre i limiti consentiti dalla normativa (D.Lgs. n. 116 del 2008), è stata puntualmente vietata dalle autorità la balneazione?

    La conferma di un’agghiacciante irresponsabilità risulta dalle testimonianze dei tecnici di Goletta Verde che durante i propri monitoraggi non solo hanno denunciato la condotta di alcuni Comuni che non esponevano correttamente i divieti di balneazione, ma addirittura hanno registrato la presenza di numerose persone (spesso bambini) che ignari giocavano e si bagnavano in acque risultate poi poco salubri.

    Fonte:    Legambiente

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