Da Albanella al podio in Svizzera, lo straordinario successo dello chef Ivan Capo

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    Ivan Capo nato a Salerno nel 1995 ha dimostrato una passione per la cucina già da piccolissimo quando la domenica preferiva restare in cucina insieme alla mamma e alla nonna piuttosto che andare fuori a giocare . Questa sua passione lo ha così portato ad iscriversi alla scuola alberghiera di Gromola dove contemporaneamente alternava anche il lavoro, infatti ha iniziato a lavorare già da giovanissimo presso la tenuta Le Trabe a capodifiume dove ha lavorato per tre anni insieme allo chef Giuseppe Stanzione il quale vanta una stella Michelin. «Che è stato per me come Gualtiero Marchesi, mi ha mostrato le mille sfaccettature del mondo della cucina spiegandomi e tramandandomi l’importanza della tradizione che abbinata alla nouvelle cousine ne fa una coppia vincente come lui stesso ha dimostrato

    In cerca di una nuova esperienza ha poi iniziato a lavorare presso L’Hotel Savoy Bech con lo chef Matteo Sangiovanni allenatore della Nazionale Italiano Cuochi e presidente del Team Costa Del Cilento , di cui ha fatto parte . « lui mi ha trasmesso l’interesse per la competizione e l’importanza di mettersi in gioco . A tal proposito mi ricordo una frase che mi disse “ Ivan inizierai ad odiare le gare ma non potrai fare a meno di partecipare . »


    Insieme al Team Costa Del Cilento ha partecipato nel 2014 alle Olimpiadi di cucina in Lussemburgo dove ricevono la medaglia d’argento . Nel 2016 arrivano ai mondiali di cucina a Stoccarda ed Erfurt dove conquistano la medaglia d’oro. È solo nel 2015 che partecipa alla sua prima gara individuale alle Nazionali D’Italia a Massa Carrara dove esordisce vincendo il titolo di campione nazionale . Nel 2016 arriva il grande cambiamento quando si trasferisce con la moglie Federica in Svizzera.

    Dopo aver acquisito esperienza in ristoranti ed alberghi comuni per relazionarsi con le abitudini e tradizione del posto nel 2019 si sente pronto ad intraprendere una nuova esperienza presso il Dolder Grand Hotel, l’albergo più lussuoso e importante della Svizzera che si trova a Zurigo. Qui inizia a lavorare con lo chef Heiko Nieder che vanta due stelle Michelin ed è al terzo posto nella classifica dei migliori cuochi in Svizzera . Tutte queste esperienze lo hanno portato a prendere parte ad una delle competizioni più importanti e famose della Svizzera la SwissCulinaryCup 2020 che ammette la partecipazione solo di sei finalisti che hanno saputo dimostrare il proprio valore in questo settore.

    Lo svolgimento di questa gara consisteva nel preparare due piatti. Il primo un piatto principale e l’altro un dessert . Il totale dei piatti da servire erano otto ovvero quattro principali e quattro dessert in modo da poter essere giudicati al meglio dalla giuria . Il tempo della preparazione era diviso in due ore per quello principale e 45 minuti per il dessert .

    La proposta di Ivan Capo è stata carrè d’agnello ‘ Richelieu ‘ e per dessert ‘ Poire Belle Hélène’ che gli hanno permesso di arrivare al terzo posto di questa importante classifica aggiudicandosi così il podio in una gara che lo ha impegnato tanto a livello fisico e psicologico.

    Questa importante associazione fondata nel 1920 quest’anno si è trovata a festeggiare i 100 anni di storia di fatti il motto di quest’anno è stato “ futuro grazie alla tradizione .” Emozioni personali : I finalisti hanno dimostrato grande bravura e fino al momento della premiazione tutti potevano vincere e tutti potevano perdere.

    Essendo italiano essere il terzo cuoco in Svizzera del 2020 è comunque una grande soddisfazione, perché la pressione che provavo durante la competizione era data dal fatto che sentivo di dover vincere qualcosa non solo per me stesso ma anche per gli altri che mi hanno sostenuto e per il mio paese che ha una grande reputazione culinaria a livello internazionale!

    Sono felice di aver preso parte anche a questa competizione perché ne sono uscito migliorato e con preziosi insegnamenti che metterò in pratica nelle gare future. Fondamentale è stato il calore sentito da chi mi ha sostenuto e anche quello dato dal mio paese.

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