Canile di Bosco: si apre uno spiraglio. Sarà un canile sanitario per i Comuni del Cilento

    1

    Canile di Bosco: uno spiraglio per la salute di centinaia di cani randagi?

    Forse vede finalmente l’esito la lunga storia del Canile di Albanella, quello che doveva essere un moderno ed attrezzato centro veterinario nel bel mezzo del magnifico scenario dell’Oasi del WWF e della macchia mediterranea protetta di Bosco Camerine.

    Una struttura abbandonata a se stessa da anni, palleggiata a turno nel baillamme di rinfacciate responsabilità, invischiata poi nelle sabbie mobili del burocrazismo, impaludatasi ulteriormente nella annosa penuria di fondi ed infine in dispute legali. Attori protagonisti: un’associazione di Napoli, l’ASL (che non ha responsabilità nella vicenda in verità) e Comune, quest’ultimo “ostaggio” di vecchi accordi cristallizzati in una convenzione comunale poi risolta. Ma il canile è ancora lì, a rimembrare, a chi ancora non ci credesse, il vezzo tutto italiano delle opere incompiute!


    E io pago!” avrebbe detto Totò, cui pure è “ufficiosamente” dedicata la struttura sul cui ingresso campeggia un’impareggiabile frase del Principe della risata (“I cani sono a metà fra i bambini e gli angeli“).

    Ma qui era un’altra la storia…lo spreco di denaro pubblico non c’entra affatto.

    L'ex Sindaco Renato Iosca. Il canile di Bosco nasce per sua iniziativa

    Nata da una iniziativa dell’amministrazione Iosca, fiore all’occhiello di diverse campagne elettorali del chirurgo maxillo-facciale notoriamente amante degli animali, l’avveniristica struttura, con uffici veterinari, sala operatoria, sala e box degenza, attrezzati box cani, doveva essere oltre che un presidio veterinario per l’accoglienza dei cani abbandonati, anche un meritorio centro di Pet Therapy: un moderno sistema terapistico che attraverso l’uso dei cani si proponeva di offrire sostegno per particolari patologie psico-fisiche; una chance di cura per giovani ed anziani pazienti affetti da gravi malattie o da complicate deficienze comportamentali, fisiche, cognitive e psicologiche.

    Nel 2001 l’inizio dei lavori, proseguiti tra difficoltà finanziarie e alterne vicende fino al 2005: la struttura doveva essere costruita e gestita dall’associazione animalista “Movimento Azzurri – Azzurri Animalisti” di Napoli cui originariamente l’amministrazione Iosca aveva affidato la guida del centro. La struttura si sarebbe chiamata “Rifugio Azzurro“.

    Cucce per la degenza

    Nel corso dei lavori del primo lotto il Comune aveva regolamentato i rapporti con l’associazione con un contratto di comodato (21 ottobre 2004) con cui si concedeva gratuitamente una parte del suolo di proprietà comunale a Bosco Camerine, dietro il preciso obbligo di “completare a proprie spese le procedure necessarie per consentire il funzionamento” della struttura (Delibera C.C. n. 9 del 2004).

    Dal 2005 al 2009 la struttura cade nell’oblio delle istituzioni e dell’associazione titolare del permesso a costruire. Fino al sopralluogo dell’ASL di Salerno del marzo 2009, quando, compulsata per le relative concessioni, l’Azienda sanitaria richiedeva il completamento dell’opera ai fini del rilascio delle dovute autorizzazioni. Ma l’Associazione, priva dei necessari fondi, non provvedette mai all’ultimazione della struttura. Ne seguirono vicende stragiudiziali, con inviti e diffide del Comune rivolte al sodalizio. A complicare la già ingarbugliata matassa, le voci sul coinvolgimento di terzi soggetti (una nota impresa operante sul territorio) intervenuti, in precedenza, con i loro capitali privati nella realizzazione delle opere: oggi ci sarebbe un contenzioso aperto al riguardo.

    Nel marzo 2010 infine, la decisione dopo l’ennesima diffida: il Consiglio Comunale revoca la delibera di concessione del comodato gratuito del suolo all’associazione “Azzurri Animalisti“, chiedendo la risoluzione contrattuale per inadempimento con la motivazione che l’associazione “non solo non ha mai completato la struttura di pet therapy, come previsto, ma non ha neppure iniziato la gestione per il solo ricovero dei cani“.

    Dal 2005 ad oggi articoli di giornali, inchieste televisive di emittenti locali, petizioni popolari: niente ha smosso l’imbarazzante degrado in cui l’immobilismo dei protagonisti ha gettato la moderna struttura, ora ridotta a una cattedrale divorata dalle erbacce.

    Il canile di Bosco Camerine, nascosto nel bel mezzo della macchia mediterranea del parco WWF

    Qualcosa, tuttavia, s’è mosso in questi giorni.

    In una riunione svoltasi a Capaccio il 7 giugno sul tema del randagismo, l’idea di rispolverare il “vecchio” canile di Albanella. Obiettivo? Crearvici una struttura sanitaria veterinaria a disposizione di ASL e dei Comuni di Albanella, Agropoli, Altavilla Silentina, Capaccio, Castel San Lorenzo, Giungano, Roccadaspide, Roscigno, Trentinara, della comunità montana Calore Salernitano e del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Un’ulteriore segno che qualcosa effettivamente si sta muovendo sul versante è dato anche dalla notizia di un iniziale stanziamento di fondi da parte dell’assessorato provinciale all’Agricoltura e alla Tutela degli Animali presieduto da Mario Miano (20.000€ stanziati per il canile di Albanella con nota del 06.06.2012).

    Abbiamo intervistato a tal proposito il sindaco di Albanella Giuseppe Capezzuto:

    Sindaco, dopo dieci anni sembra volgere al termine l’infinita telenovela “canile di Bosco”

    «Si. Devo fare prima un pò di chiarezza, però».

    Prego

    Giuseppe Capezzuto

    «Dieci anni fa circa il consiglio comunale di Albanella concedeva all’associazione Movimento Azzurri parte del suolo sito in località Bosco Camerine  affinché vi costruisse un rifugio per cani e centro di pet terapia. Nel corso degli anni l’associazione ha parzialmente realizzato l’opera senza peraltro ottenere l’autorizzazione necessaria per rendere operativa la struttura. Molteplici sono stati gli inviti e le diffide del comune di Albanella all’associazione, fino a quando, dopo aver approvato un apposito regolamento per la gestione del “canile’’ e uno schema di convenzione che regolasse i rapporti tra il comune e l’associazione e assicurasse rifugio ad un certo numero di cani di Albanella, l’associazione si è resa nuovamente inadempiente, peraltro modificando la propria denominazione in Azzurri Animalisti. Di fronte al perdurare dell’inerzia dell’associazione, nel 2010, il consiglio comunale di Albanella ha revocato la concessione gratuita del terreno e pertanto esso, unitamente alla struttura insistente sullo stesso, è ritornato nella proprietà del Comune».

    – Si, ma da quando la struttura è passata al Comune sono ormai trascorsi 2 anni e il canile è ancora lì che aspetta di essere inaugurato

    «Non siamo stati fermi. Nel 2011 l’amministrazione comunale ha promosso un accordo di programma per far partire la struttura fin qui realizzata e che attualmente è in fase di conclusione. L’accordo prevede da un lato l’impegno della provincia di Salerno ad elargire al comune di Albanella i fondi necessari, stimati in circa 70.000 €, per l’effettuazione dei lavori occorrenti per rendere funzionale la struttura e per ottenere l’autorizzazione sanitaria all’apertura; dall’altro l’impegno dell’ASL Salerno a mettere a disposizione del canile sanitario il proprio personale medico veterinario per le sterilizzazioni e le cure necessarie ai cani. Il Comune di Albanella invece si farà carico delle procedure per la realizzazione dei lavori precitati e per l’individuazione, a mezzo di evidenza pubblica, del soggetto gestore, fermo restando l’impegno a garantire il ricovero dei cani dei comuni viciniori, nei limiti dei posti disponibili, che abbiano stipulato con il nostro comune apposita convenzione con la quale si obbligano a pagare, proporzionalmente, le spese di gestione occorrenti».

    I box cani della struttura. Sono 36: 18 per ogni lato.

    Vuol dire che la struttura sarà destinata ad ospitare i randagi accalappiati in tutto il comprensorio? Mi pare di aver conteggiato “appena” 36 box per cani nella struttura…

    «La struttura, così come attualmente concepita e fermo restando che in futuro potrà essere ampliata e di conseguenza saranno previste nuove modalità di gestione, sarà destinata a centro di sterilizzazione e ricovero sanitario temporaneo dei cani dei comuni viciniori convenzionati. I cani verranno poi re-immessi sui territori di appartenenza o dati in adozione, non appena ultimate le cure necessarie e la sterilizzazione. I cani pericolosi saranno trattenuti, in assenza di spazio saranno portati nei rifugi per cani a spese dei comuni di provenienza. Per i cani randagi del comune di Albanella rimarranno in ogni caso riservati un certo numero di posti».

    Il cartellone del cantiere del Rifugio Azzurro che campeggia in loco ormai da più di 10 anni (foto d'archivio). Oggi è completamente sbiadito ed illegibile.

    – Scusi Sindaco, ma chi garantirà che la struttura di Bosco non diventi l’ennesimo lager per centinaia di cani che negli anni sicuramente i tanti comuni convenzionati chiederanno all’ASL di ricoverarvi?

    «No. La struttura, così concepita, ossia quale centro di sterilizzazione e rifugio sanitario, non potrà diventare un lager in quanto come ho detto i cani ritorneranno in libertà dopo la sterilizzazione e le vaccinazioni di rito».

    – Si può ufficialmente dire quanto è costata l’opera fino ad adesso? Si parla di circa un miliardo delle vecchie lire

    «Al comune l’opera non è costata un euro essendo stata realizzata dall’associazione alla quale il comune ha concesso l’autorizzazione urbanistica».

    All'interno del Parco WWF e tutto intorno al canile, una miriade di itinerari ecologici che potrebbero essere destinati a percorsi di pet therapy

    – Ci risulta che per il completamento dell’opera nel passato siano intervenuti capitali privati di terzi, in particolare un cospicuo finanziamento di un noto imprenditore. Cosa succederà ora? Dovrà essere restituito questo finanziamento…

    «La società in questione sostiene di aver eseguito lavori per conto dell’associazione per circa 309.000 euro, ma nei rapporti contrattuali intercorrenti tra l’associazione e questa  ditta, il comune di Albanella non è entrato e né può legittimamente entrare: il comune di Albanella può solo essere chiamato a corrispondere il maggior valore che il terreno di sua proprietà ha acquisito in conseguenza della realizzazione della struttura, ma ciò presuppone che anche la controversia giudiziaria tra la società e l’associazione, la quale non riconosce le somme richiestale dalla ditta,  venga risolta».

    – Per il completamento della struttura quali opere occorrono ancora? La struttura verrà ultimata come nei progetti iniziali?

    «Per realizzare un centro di pet terapia o un rifugio permanente per cani, occorrono altri lotti. Non si esclude che in futuro, in relazione a finanziamenti soprattutto regionali, visto che la regione annualmente stanzia dei fondi, la struttura possa avere nuove destinazioni. Nell’immediato può essere adibita a centro di sterilizzazione e canile sanitario».

    La Pet Therapy è considerata un valido ausilio nella cura delle malattie psico-fisiche

    Approssimativamente, si sente di fornire una data per l’apertura della struttura?

    «La data per l’apertura del centro di sterilizzazione è legata ai tempi tecnici necessari per la sottoscrizione dell’accordo di programma che il comune di Albanella ha già predisposto e approvato, invitando la Provincia e l’ASL a firmarlo in un apposito incontro organizzato nella sala Bottiglieri della Provincia di Salerno. Successivamente occorrerà attendere la materiale elargizione dei fondi da parte della Provincia. Il comune di Albanella provvederà immediatamente ad eseguire i lavori, non appena otterrà i soldi. Certamente, se ciascuno degli attori coinvolti adempirà tempestivamente agli impegni previsti nell’accordo di programma, la struttura potrà essere operativa con l’inizio del  2013».

    Rifugio Azzurro” per il momento sarà dunque solo un canile sanitario. Una struttura deputata “ad ospitare momentaneamente” i cani randagi accalappiati nei comuni convenzionati per essere vaccinati, sterilizzati e poi reimmessi sul territorio. Il canile, insomma, non eliminerà i cani randagi dalla strada, ma con la loro sterilizzazione e vaccinazione permetterà certamente di diminuirne in futuro la presenza sui territori e soprattutto consentirà una vita più dignitosa a quegli amici a 4 zampe abbandonati dalla vera “bestia” di tutta questa situazione: l’uomo!

    Ora non ci resta che aspettare…di nuovo.

    ©   Riproduzione Riservata

    Visits: 18


    Invia una risposta