"Il 25 aprile: la festa della Liberazione!

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    lib “Il 25 aprile è non solo festa della Liberazione: è festa della riunificazione d’Italia”. Nel 65° anniversario della Liberazione, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano traccia un’ideale linea di collegamento tra Risorgimento e Resistenza e liquida come “sghangherate battute” le polemiche sull’anniversario, il prossimo anno, dell’Unità d’Italia. “Quella unità”, sottolinea il capo dello Stato nel suo discorso al teatro alla Scala di Milano, “rappresenta oggi, guardando al futuro, una conquista e un ancoraggio irrinunciabili”.
    Al suo arrivo, il presidente della Repubblica è stato accolto da una standing ovation di tutti i presenti, compreso il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Qualche fischio in platea alla stretta di mano tra i due. A vent’anni dalla scomparsa, Napolitano ha dedicato un passaggio significativo del suo intervento a Sandro Pertini. “E’ stato un onore per l’Italia, un onore per la Repubblica, averlo tra i suoi presidenti”, ha detto Napolitano, con la voce brevemente rotta per l’emozione. Il capo dello Stato ha esortato le istituzioni politiche ed educative “a far conoscere e meditare vicende collettive ed esempi personali che danno senso e dignità al nostro essere italiani” come appunto quello di Pertini. “Un impegno siffatto è mancato, o è sempre rimasto molto al di sotto del necessario”, ha detto.
    Dal presidente della Repubblica, anche una risposta indiretta alle polemiche sul ruolo dei combattenti italiani nella guerra di Liberazione: “Grande sollievo per la Liberazione ad opera di patrioti e partigiani”, dice Napolitano citando il diario di Benedetto Croce. “Chi può negare che l’apporto delle forze angloamericane fu decisivo per schiacciare la macchina militare tedesca, per scacciarne le truppe dal territorio italiano che occupavano e opprimevano?”, chiede il capo dello Stato. “Certamente nessuno, ma è egualmente indubbio che il generoso contributo italiano, contro ogni comodo e calcolato attendismo, ci procurò un prezioso riconoscimento e rispetto”. Una replica anche al presidente della provincia di Salerno, Edmondo Cirielli 1, secondo il quale l’Italia fu liberata e salvata da un’altra dittatura, quella comunista, solo grazie agli americani. Celebrare la resistenza, ha chiarito il capo dello Stato, non significa tacerne “i limiti e le ombre”.
    Napolitano ha citato anche il discorso tenuto da Berlusconi un anno fa ad Onna, in Abruzzo. “Il nostro paese ha un debito inestinguibile verso quei tanti giovani che sacrificarono la vita per riscattare l’onore della patria ricordando con rispetto tutti i caduti senza che ‘questo significhi neutralità o indifferenza. Si tratta in effetti”, ha ribadito il presidente della Repubblica, “di celebrare il 25 aprile nel suo profondo significato nazionale. E’ così che si stabilisce un ponte ideale con il prossimo centocinquantenario della nascita dello Stato unitario”. Infine, l’ennesimo appello a “una comune assunzione di responsabilità” tra le forze politiche per superare i problemi che si sono venuti accumulando nei decenni dell’Italia repubblicana, talvolta per eredità di un più lontano passato. Occorre”, ha concluso, “uscire dalla spirale di contrapposizioni indiscriminate”.
    Per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, l’intervento del Capo dello Stato è stato “un discorso apprezzabile, completo con delle annotazioni storiche che occorre far conoscere soprattutto alle nuove generazioni. Io avevo otto anni – ha detto il premier – e ho vissuto quel periodo anche direttamente con la consapevolezza di ciò che stava accadendo”. Berlusconi ha quindi spiegato di aver ringraziato il presidente Napolitano per la citazione del suo discorso di Onna: “Ho preparato anch’io una comunicazione per le televisioni che ho registrato ieri e di cui ho parlato al presidente della Repubblica. L’accoglienza della sala – ha aggiunto Berlusconi – al discorso del presidente ha sottolineato l’identità dei sentimenti e credo sia stato un modo assolutamente positivo, per certi versi eccezionale, di celebrare questa ricorrenza”. Berlusconi si è detto totalmente d’accordo con Napolitano quando nel suo intervento ha chiesto il superamento delle contrapposizioni. “Sono assolutamente d’accordo – ha detto-. La direttiva deve essere quella come sempre”.
    Applausi e parole di apprezzamento anche dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, in particolare “per quel che riguarda il federalismo”. Calderoli ha sottolineato che “questo mi fa condividere la sua posizione rispetto all’unità del Paese. Non può esserci federalismo senza unità, ma ai giorni nostri nel contempo, non può esserci unità senza federalismo”, ha concluso Calderoli.
    Per il sindaco Letizia Moratti il discorso del presidente Napolitano deve “far riflettere tutti nel nostro impegno di onorare la memoria di chi ha contribuito alla Liberazione e alla ricostruzione del Paese”. Uscendo dal Teatro alla Scala ha aggiunto. “Credo anche che sia importante il richiamo che Napolitano ha fatto al concetto di ampliare la Resistenza anche a quelle componenti culturali che ne hanno fatto parte, magari in maniera non attiva, ma che comunque attraverso la Costituzione hanno contribuito a costruire il nostro Stato. Ad esempio – ha concluso Moratti – il richiamo al pensiero liberale di Croce è stato significativo e importante”.

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