Il Sindaco di Roccadaspide scrive al Presidente Caldoro sul piano ospedaliero

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    Riceviamo e pubblichiamo fedelmente quanto segue.

    Oggetto: riassetto della rete ospedaliera e territoriale della Campania – Ospedale di Roccadaspide.

    On.le Signor Presidente,

    il piano di riassetto della rete ospedaliera e territoriale della regione Campania approvato il mese scorso, pur prefiggendosi necessitati e condivisibili obiettivi di razionalizzazione e contenimento della spesa, risulta, però, fortemente iniquo e sperequativo a danno della Provincia di Salerno, segnatamente della Valle del Sele, laddove, di contro, finisce col premiare oltre ogni ragionevole limite la provincia di Napoli.

    Preliminarmente si impone una cronistoria degli interventi che si sono succeduti nel tempo.

    Con la L. R. 16/08 veniva individuata una prima configurazione relativa ai posti letto da assegnare alle singole provincie della regione.

    La provincia di Napoli, in detta prima ipotesi di riorganizzazione, aveva come parametro di riferimento il valore 3,43 per mille abitanti, con conseguente attribuzione di 10.587 P.L., di cui 3.094 privati. In detta configurazione e ripartizione venivano conteggiati i posti letto degli ospedali Santobono, Pascale e Cutugno.

    Con la successiva configurazione, veniva invece attribuito alla provincia di Napoli il parametro di 3,35, pari a 10.306 P.L., di cui 3.261 privati. Anche in questa ipotesi i posti letto dei tre presidi summenzionati venivano conteggiati.

    Con l’ultima proposta di piano Zuccatelli, poi approvata dal Ministro della Salute, è stato indicato come parametro per la provincia di Napoli il valore 3,10, cui corrispondono 9.541 P.L., di cui 3.098 privati.

    Ora, in applicazione di detto parametro la provincia di Napoli avrebbe dovuto avere, come detto, 9.541 P.L.

    Senonché, con una stranissima operazione di “scorporo”, dal numero di posti letto da ripartire sono stati eliminati dal conteggio complessivo dei posti letto assegnati alla provincia di Napoli i posti letto degli  ospedali Santobono, Pascale e Cutugno, pari a 870 P.L..

    Questi posti letto sono stati classificati, con improbabile operazione di mascheramento, come strutture che: “ …. pur insistendo sul territorio della Provincia di Napoli, sono strutture monospecialistiche che svolgono una attività POTENZIALMENTE rivolta ad un bacino di utenza regionale”. (SIC!)

    La conseguenza è che la Provincia di Napoli si ritrova con 9.541 posti letto (di cui 3.098 privati) attribuitegli con il parametro indicato di 3.10 e in più 870 P.L. delle dette strutture ospedaliere, per un totale complessivo di posti letto pari a 10.411.

    Quindi, il parametro indicato come 3.10 non è più tale, lievitando, con l’aggiunta degli 870 P.L. suddetti, a ben 3,36.

    La stessa strana operazione risulta essere stata fatta per la struttura privata “Maugeri ” di Telese Terme (Bn), che risulta qualificata allo stesso modo dei presidi suddetti, ma della quale si sconoscono completamente le superiori qualità e specialità rispetto a numerosissimi altri istituti convenzionati dello stesso tipo, tra cui, ad esempio, il Campolongo Hospital di Eboli.

    Un istituto, il Maugeri, che risulta convenzionato con 232 P.L. di “riabilitazione ordinaria” (SIC!).

    Sicché, anche per Benevento, cui era stato attribuito il parametro 3,67 per mille abitanti, con conseguente assegnazione di 1.059, di cui 300 privati, con la medesima scaltra operazione di scorporo, si ritrova con 180 P.L. in più, per un totale di 1.239, cui corrisponde un parametro non più di 3,67, ma bensì di 4,29 (SIC!).

    Ora, non v’è chi non veda, in detta operazione di sottrazione e riassegnazione di posti letto, una fortissima ed ingiusta sperequazione a danno soprattutto della provincia di Salerno e a totale vantaggio delle provincie di Napoli e Benevento.

    In sostanza, a Napoli sono stati attribuiti 870 posti letto in più rispetto a quelli assegnati con il piano e a Benevento 180.

    Vi è poi la stranezza relativa alle Aziende Ospedaliere Universitarie. Nel piano si riferisce che il numero attuale dei posti letti di dette strutture, in via del tutto temporanea, non è riportato e che dovrà essere determinato nel protocollo d’intesa Regione Università.

    In realtà, dall’analisi dei posti letto assegnati ai vari ospedali della provincia di Napoli emerge che all’Università Federico II risultano assegnati 1.046 P.L., mentre all’Azienda Universitaria SUN 596, per un totale complessivo di 1.642 P.L.. L’unica cosa che non risulta dal Piano è, invece, la ripartizione dei posti letto per i singoli reparti delle Aziende Universitarie, ma non il numero dei posti letto a queste assegnate, che come detto è di 1.642. Ciò verosimilmente in ragione dell’elevatissimo numero di reparti di cui godono dette strutture (a titolo di mero esempio, per la sola chirurgia dell’Università SUN vi sono ben 15 reparti di cui 14 con un solo posto letto (SIC!) ed uno con 15 P.L.. Ma di esempi analoghi ve ne sono moltissimi).

    Per quanto riguarda la provincia di Salerno, invece, si passa da 4.038 P.L. di cui disponeva in precedenza a 3.759 (di cui 1.047 privati), cioè la Provincia di Salerno perde 279 P.L. (224 publico e 55 privati), di cui ben 213  (cioè il 95 %) li perde la VALLE DEL SELE (precisamente gli ospedali di Roccadaspide – Oliveto Citra – Eboli – Battipaglia ed Agropoli), che dagli attuali 621 P.L. (123 per Oliveto Citra, 70 per Roccadaspide, 154 per Battipaglia, 226 per Eboli, 48 per Agropoli), passa a soli 328 P.L., che sono quelli assegnati al costruendo nuovo ospedale della Valle del Sele, più 80 P.L. assegnati al presidio di Oliveto Citra per un totale di 408 P.L.

    Fatta questa necessaria premessa deve evidenziarsi che per l’Ospedale di Roccadaspide si è intervenuti in violazione di tutti i criteri generali e le linee guida sanciti sia dal Piano Sanitario Nazionale che da quello Regionale.

    Infatti, come noto, l’ospedale di Roccadaspide, ha una sua tipicità e peculiarità, dal momento che è situato in un territorio interamente montano ricadente nell’ambito del Parco Nazionale del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, con una specificità unica derivante dalle caratteristiche geomorfologiche e oreografiche molto difficili e disagiate, con una rete viaria completamente fatiscente ed una popolazione prevalentemente anziana; un presidio che garantiva (e garantisce) assistenza ed adeguata risposta sanitaria ad una popolazione di comuni disseminata su oltre 770 Km2 proveniente in massima parte dai territorio degli Alburni-Calore-Alento, oltre che a numerosi pazienti della provincia di Salerno, laddove l’intera provincia di Napoli risulta estesa su una superficie di 1.171 Km2.

    Una struttura quella di Roccadaspide che non ha inciso e non incide minimamente sull’indebitamento regionale, dal momento che presenta una condizione di totale e piena osservanza a tutti i criteri e parametri stabiliti dalla normativa nazionale e regionale vigente.

    Dai dati ufficiali della Regione Campania, l’Ospedale di Roccadaspide presenta i seguenti parametri:

    1)      Indice occupazione di posti letto: 85% per il 2007; 88% per il 2008; 97,11% per il 2009.

    2)      Rapporto costi/ricavi: 103%;

    3)      D.R.G. : 1,11;

    4)      Costo medio per ricovero: euro 3.319. (P.O. Nola 2° livello, costo medio per ricovero 8.241);

    5)      Costo medio posto letto: euro 234.344, (P.O. Nola 2° livello, costo medio per p.l. euro 447.973);

    6)      Ricoveri d’urgenza; Roccadaspide 76%, Vico Equense 60%, S. Giovanni Bosco 65%, Frattamaggiore Nola e Mercato S.S. 68%, Sapri 69% etc.;

    7)      Dotazione e Strutture: l’ospedale di Roccadaspide è dotato di attrezzature di avanguardia, da quelle radiologiche a quelle di diagnostica strumentale e chirurgica, ivi compresa quella dedicata alla chirurgia mini invasiva e laparoscopica quotidianamente effettuata;

    Non senza considerare che detto P.O. rappresenta una delle pochissime strutture che possono annoverarsi tra quelle più virtuose dell’intera Regione Campania, che quindi non aveva inciso e non incide minimamente sulla formazione del disavanzo, e che opera in un territorio ed un’area completamente priva di strutture e cliniche private accreditate.

    Se poi si aggiunge a questo il fatto che l’area territoriale in cui è ubicato il P.O. di Roccadaspide è totalmente carente di una rete viaria adeguata, che risulta completamente fatiscente e deficitaria, con conseguente impossibilità di rapidi collegamenti con i centri più grandi (per raggiungere da Roccadaspide l’ospedale di Vallo della Lucania si debbono percorrere 134 Km. (67 + 67); per raggiungere Salerno, si devono percorrere circa 120 Km. (60 + 60); per raggiungere Battipaglia circa 80 Km. (40 + 40), si comprende come vi sia stata una grossissima sperequazione ed ingiustizia. 

    Se poi si considerano i comuni interni alla Valle del Calore – Alburni – Alento che si riversano sull’ospedale di Roccadaspide, ovviamente i tempi e le distanze sono molto più lunghi, quasi il doppio, al punto da diventare del tutto inconciliabili con l’esigenza di tutela della salute della popolazione che vi abita.

    In definitiva, i tempi di percorrenza per raggiungere strutture in grado di assicurare il pronto intervento, data la morfologia del territorio, sono incredibilmente lunghi (oltre una ora e mezza, tempi pressoché raddoppiati, se non addirittura triplicati, rispetto a quelli c.d. normali o standard) e tali tempi, come detto, sono assolutamente inconciliabili con la celere ed immediata risposta all’esigenza di salute e di pronto intervento per le patologie e i casi gravi, purtroppo sempre crescente.

    Infine, non può sottovalutarsi e sottacersi la circostanza per cui la popolazione del territorio ultrasessantacinquenne è di ben il 28,60%, contro una media regionale del 15,07%.

    Ora, a fronte di una condizione di questo tipo, che risulta evidente ed incontestabile, si è previsto, invece, la riconferma di P.O. che non presentano assolutamente detti parametri e che, peraltro, risultano doppioni tra loro, distanti l’uno dall’altro pochissimi chilometri, oltretutto con dotazione di infrastrutture di collegamento notevolissime (strade a scorrimento veloce, autostrade, rete ferroviaria etc..), e quindi facilmente raggiungibili tra loro in pochissimi minuti.

    In ultimo, ma non per ultimo, si deve far rilevare, quale ulteriore elemento di contraddizione e di iniquità del piano, che mentre sono state previste deroghe per le isole (senza considerare inoltre le strane deroghe previste per i punti nascita, quasi che la geomorfologia del territorio conti e valga per le nascite (e limitatamente ad alcuni territori) e non valga, invece, per le ipotesi di patologie urgenti e gravi o per le nascite che avvengono di altre arre territoriali dove le condizioni geomorfologiche sono davvero disastrose), con conseguente mantenimento di presidi ospedalieri di pochissimi P.L nella rete dell’emergenza che incidono pesantemente sulla formazione del debito, non è stata minimamente considerata la problematica delle aree montane, col paradosso che ospedali come quello di Roccadaspide, che non solo rispetta tutti i parametri di legge, ma che si trova ubicato in area completamente montana e con una criticità socio-economica evidente, viene fortemente penalizzato a vantaggio di altri presidi che, invece, presentano le condizioni summenzionate, con ciò contrastando con la prima bozza di piano varata dallo stesso commissario Zuccatelli, che proprio in considerazione di tali valide ragioni e motivazioni, prevedeva l’ospedale di Roccadaspide come presidio del 1° livello della rete dell’emergenza con pronto soccorso e 100 P.L..

    Alla luce di quanto innanzi riferito, documentalmente dimostrato, si

    CHIEDE

    un immediato intervento di riequilibrio della ripartizione dei posti letto e di preservare il P.O. di Roccadaspide da ipotesi di accorpamento e smembramento che finirebbero col pregiudicare irreparabilmente il diritto alla salute delle popolazione dell’intera Valle del Calore, degli Alburni e del Cilento, assicurando – proprio in ragione delle summenzionate particolari condizioni geomorfologiche del territorio e strutturali del P.O., caratterizzatosi per la elevata qualità delle prestazioni e per il notevole numeri di interventi di specialità conseguente alle elevate professionalità che vi operano – il mantenimento del presidio nella rete dell’emergenza e la qualificazione di 1° livello, così come di garantire condizioni di tutela e di riequilibrio anche per la Provincia di Salerno, fortemente bistrattata dalla nuova configurazione di riparto dei P.L. e della riorganizzazione prevista dal piano approvato, rivedendo sia il metodo che il criterio di razionalizzazione adottato nella predisposizione del piano, nonché, a voler verificare la possibilità di convocare lo scrivente al fine di una migliore e dettagliata specificazione delle suesposte questioni sulla base degli atti ufficiali fin qui adottati.

    Certo della comprensione della questione e della delicatezza della stessa, trattandosi di vicenda che incide profondamente su diritti fondamentali di popolazioni e di aree territoriali che sono state per anni abbandonate al loro destino, si confida in un Suo tempestivo e risolutivo intervento atto a garantire il rispetto del diritto costituzionalmente garantito alla salute di tutta la popolazione delle aree della Valle del Calore, degli Alburni e del Cilento e delle Comunità del Parco Nazionale del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni e la razionale ed equa ripartizione dei sacrifici tra presidi in relazione alla necessità di razionalizzazione della spesa imposta.

    Dalla Casa comunale,

    Girolamo Auricchio

     

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