Case squillo a Capaccio, in manette 6 insospettabili.

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    Ciascuno degli indagati avrebbe avuto un ruolo ben preciso nell’ambito dell’organizzazione sgominata dai carabinieri tra Capaccio, Agropoli e Milano, dedita allo sfruttamento della prostituzione ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Emergono, infatti, nuovi sviluppi e retroscena dalle indagini condotte dagli inquirenti, che fanno tremare, oltre ai titolari delle agenzie immobiliari coinvolti, anche insospettabili clienti.

    A capo di tutto figurerebbe la coppia di coniugi Vincenzo Marino e Cristiane Ferriera Barbosa, promotori ed organizzatori del giro di squillo, con la presunta complicità di affittacamere tra Capaccio ed Agropoli, gestite da Roberto Ciuccio di Agropoli, Sergio Prearo di Capaccio, Leonardo D’Onofrio originario di Albanella, Patrizia Russo di Capaccio e Carmela Federico, che gestisce diverse case vacanza nella zona. Le agenzie immobiliari, in base alle indagini svolte dai carabinieri, fornivano gli alloggi adibiti per le attività di meretricio in cambio di un corrispettivo in denaro, dove venivano ospitate le prostitute e i trans. In qualche caso, i titolari delle agenzie si adoperavano per allontanare le squillo che non lavoravano alle dipendenze di Marino e consorte, garantendo loro una sorta di esclusiva sul territorio. Nel mezzo anche il presunto uso di droga da parte di Marino, il quale, in un’occasione, avrebbe offerto cocaina a due prostitute, ed a fronte del loro rifiuto, si sarebbe reso disponibile a fornire ad eventuali clienti la sostanza stupefacente, asserendo che “non avrebbe avuto alcun problema a procurarsela”. Le brasiliane che si rifiutavano di eseguire gli ordini della moglie di Marino di fare sesso con i clienti, che la donna contattava per loro, venivano minacciate di percosse.

    Almeno il 50% il corrispettivo incassato dalla coppia per le prestazioni sessuali compiute dalle donne. “Se volete lavorare dovete farlo per noi e pagarci”, ripetevano spesso i due protettori. A far scattare l’inchiesta, coordinata dalla procura di Salerno, diretta da Franco Roberti, proprio la denuncia di due prostitute picchiate, rapinate e violentate. La vicenda si è consumata nella notte del 14 novembre del 2009, a Capaccio Scalo.

    Le vittime sono state malmenate e minacciate: “Tu vai in Brasile quando mi dai i soldi, e non devi più lavorare in questa zona, non puoi lavorare qui senza il mio permesso”. Le due donne hanno fornito agli inquirenti altri elementi utili, che hanno consentito di attivare delle tempestive indagini. Nel prosieguo dell’attività investigativa, condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Agropoli, anche attraverso servizi di osservazione e pedinamento specie in ore notturne, sono stati accertati chiari indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati. Per tutti, l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione nonché di favoreggiamento di illecita permanenza nel territorio dello Stato Italiano di cittadini extracomunitari privi di regolare permesso di soggiorno.

    Intanto, una parente stretta di una delle titolari di agenzie immobiliari indagate, ha affermato a mezzo stampa che “tutte le registrazioni di coloro che affittavano le camere avvenivano regolarmente, di certo non possiamo piantonare ogni casa. Siamo persone oneste, non siamo noi che dovrebbero controllare, ma chi fitta le case in modo irregolare”.

    fonte:stileTv

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