Fondi UE. Regione scrive ai comuni e blocca opere non iniziate. Ad Albanella?

    0

    Oramai è diventato argomento quotidiano e rovente quello dei fondi europei POR-FESR 2017-2013, un’ opportunità per tanti comuni per realizzare opere importanti e strategiche per il territorio.

    Ma è diventato anche un dilemma serio e pericoloso l’utilizzo dei fondi europei, infatti, sono state e sono tutt’ora rigide le regole hanno permesso la cantierabilità di opere ed altrettante severe le fasi di verifica che oramai sono dietro l’angolo.


    Di pochi giorni, infatti, la notizia di missive spedite dal quartier generale di Santa Lucia a Napoli (sede di importanti uffici che fanno capo alla Regione Campania) indirizzate a tanti comuni della Campania in cui si invita a rendicontare sulle opere (integrando documenti) ed in alcuni casi, poichè non sussistono ragionevolmente i tempi utili per concludere i lavori(data cementata della CE al 31.12.2015) , invita addirittura a non sottoscrivere atti amministrativi.

    C’è un pò di confusione in merito a come sono stati assegnati questi fondi e sull’utilizzo nella tempistica prestabilita. Secondo le varie versioni delle guide pubblicate dalla Regione Campania e come hanno poi risposto gli uffici regionali alle nostre domande, per gli importi superiori a 5mln di euro ci sarebbe una finestra che permetterebbe di “slittare” (la parola proroga è bannata dalla CE) il finanziamento, diviso in due fasi, nella futura programmazione di fondi europei a determinate condizioni. Per richiedere i primi sal (anche a lavori non iniziati) dal manuale V3 si evince che è indispensabile la seguente documentazione:

    • documentazione inerente l’espletamento della gara di appalto, in particolare:
      • comunicazione del CIG (Codice Identificativo Gara);
      • atto di approvazione del Bando, capitolato e disciplinare di gara;
      • estremi e copie delle pubblicazioni dei Bandi/Avvisi nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria prevista in materia di informazione e pubblicità;
      • Bando, capitolato e disciplinare di gara;
      • elenco offerte pervenute;
      • atto di nomina della Commissione di valutazione;
      • attestazione di indipendenza dei membri della Commissione di valutazione;
      • verbali della Commissione di valutazione;
      • comunicazioni/richiesta di chiarimenti, in caso di offerta anomala;
      • atto amministrativo di aggiudicazione di gara;
      • in caso di procedura negoziata, atti amministrativi di nomina e selezione e Relazione esplicativa delle motivazioni di scelta delle procedure;
      • copia delle pubblicazioni degli esiti di gara nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria prevista in materia di informazione e pubblicità;
      • comunicazione delle cause di esclusione;
      • atti amministrativi inerenti eventuali ricorsi/dichiarazione del Beneficiario;
      • copia del contratto, se sottoscritto;
      • comunicazione di avvio dell’esecuzione del contratto;
      • comunicazione delle coordinate bancarie del conto corrente dedicato, nei casi consentiti dalla legge;
      • documentazione fotografica attestante il rispetto, laddove previsto, degli adempimenti in materia di pubblicità ai sensi dell’art. 8, comma 3 del Reg. (CE) n. 1828/2006, in coerenza con le linee guida emanate dall’AdG con il Decreto Dirigenziale n. 94/2009 e s.m.i.

    Tutto questo per chiedere l’erogazione dell’anticipo pari al 20% (per opere pari o superiori a 5mln€ e 30% per inferiori importi) ed iniziare la fase di lavori e rendicontare il tutto entro il 31.12.2015 (data estrema poichè quella utile è entro il 10 dicembre per non trovarsi in un collo di bottiglia) ed attendere l’esito della commissione.  In caso favorevole i lavori possono essere slittati fino al 2017 ed inseriti nella futura tranche di finanziamenti europei.  I successivi sal possono essere richiesti al raggiungimento del 10% di lavori effettuati ed a fatture quietanzate.

    Nel caso di lavori di importo inferiore a 5mln di euro, invece, non è possibile usufruire di questo slittamento ma bensì ultimare i lavori entro la prima decade di dicembre (rendicontati: fatture pagate con bonifico bancario, eseguiti collaudi e messa in funzione dell’opera) e solo in questo caso è possibile chiedere la liquidazione finale dell’opera.

    E se non si riesce entro questa data?

    Ebbene, questa è la paura dei tanti comuni della Regione Campania. Se i lavori non vengono chiusi, rendicontati, verificati e messi in funzione entro questa data il finanziamento sarà perduto e pagato di tasca dai cittadini (o meglio, il comune dovrà pagare contraendo mutui con interessi sempre se non si vuole mandare in default decine e decine di comuni italiani per cui la CE potrebbe pagare i lavori fatti fino al 31.12.2015).

    E se i lavori non iniziano?

    Questo è un altro aspetto che sa di beffa. Infatti, se la gara viene espletata e sottoscritto il contratto con la ditta, l’Ente (poichè non sussistono ragionevolmente i tempi utili per concludere i lavori) potrebbe chiedere la revoca della gara con sospensione della procedura: in questo caso la ditta aggiudicataria, se persistono i termini di legge, può chiede il “mancato guadagno” che si aggirerebbe intorno al 20% dei lavori (un esempio su tutti: Asilo Calore delle Coccole Matinella – lavori appaltati per circa 200.000,00€, alla ditta potrebbe andare il 20% ovvero 40.000,00€ spese accessorie incluse) sempre a carico della collettività. Oltre al danno della mancata opera, della perdita del finanziamento, la beffa del pagamento!

    Questa è una situazione in cui versano decine e decine di comuni e non il solo Albanella. Ovviamente ognuno se ne assumerà colpe e responsabilità. In definitiva, facendo una fotografia alle potenziali opere (ora su carta) che dovrebbero vedere la luce nel nostro comune, il prospetto qui sotto, descrive lo sforzo economico a cui l’Ente sembrerebbe chiamato e a pronunciarsi nei prossimi giorni…

    Come sempre Matinella.it si rende disponibile a tutte le parti politiche che vogliono avvalersi del diritto di replica.

    Visits: 0