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Malattie Oncologiche. La testimonianza di una donna forte di Albanella “Troppi casi, maggiore prevenzione”

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La chiameremo Angela (nome di fantasia) la giovane, tenace e combattiva donna di Albanella che ha voluto raccontarci in breve la sua conoscenza con il tumore, due per l’esattezza.

Non è stato semplice e non lo è neppure tutt’ora sapere di combattere contro un qualcosa che si manifesta tardi e che ti consuma dall’interno, ma, grazie alla medicina, alla mia famiglia ed alla mia forza sto combattendo e sto vincendo!

Ma ritorniamo a qualche anno fa

Siamo nel 2019 quando mi viene diagnosticato un tumore all’intestino tenue, silente, dormiente ma tanto dormiente quanto aggressivo. La famiglia del tumore che mi ha colpita è della stessa tipologia del repper Fedez, un caso raro che lo 0,5% di persone all’anno circa 1 persona su 100.000/anno. Infatti attivate tutti i protocolli del caso, l’equipe che mi ha seguito decide di intervenire chirurgicamente nel 2020, un anno che è passato alla storia per l’avvento del tremendo Covid19.

L’intervento andò bene e nonostante le tante restrizioni sono riuscita a superare questo delicato step. Ho avuto sempre vicino la mia famiglia, mio marito, mio figlio ed i miei parenti che sono stati, per me, la più importante medicina e a cui rivolgo un grazie infino per esserci stati e per esserci sempre!

Oggi

Oggi sono in terapia con un farmaco nuovo, neanche a dirlo, molto costoso che si chiama Ipstyl ma, ahimè, la mia malattia ha messo metastasi sul fegato e un futuro se non ci sarà recidiva dovrò avere anche un trapianto di fegato.

I medici che mi hanno preso in cura lavorano presso le Molinette di Torino con l’equipe del prof. Romagnoli. In contemporanea a livello oncologico sono seguita al San Luigi di Orbassano dalla dottoressa Brizzi.

Fa paura parlarne, ed è spaventoso saper di dover combattere contro un male che si nasconde dentro di te ma è tanto vero importante accendere i riflettori “tenui” sull’incremento dei tumori sul nostro territorio rispetto ad un  un decennio fa; i casi sono sempre più frequenti.

Con la mia storia non cerco compassione ma vorrei auspicare che chi di divere faccia tutto il possibile per sensibilizzare la collettività e attivare tutte le procedure di prevenzione! Non molliamo, mai!

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