Rogo forse divampato dall’impianto fotovoltaico. Nel laboratorio erano conservate sostanze altamente infiammabili, tra cui 500 litri di etanolo e bombole di protossido di azoto. I residenti invitati a tenere le finestre chiuse.
Nella tarda mattinata di oggi mercoledì 4 giugno, un vasto incendio ha colpito la facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia di Viterbo, scaturito da un impianto fotovoltaico installato sul tetto della palazzina C.
Stando alle prime ipotesi investigative, le fiamme hanno rapidamente coinvolto l’intera struttura universitaria. Durante le operazioni di manutenzione, un operaio operante sul tetto era inizialmente risultato disperso, ma fortunatamente è stato successivamente ritrovato.
I vigili del fuoco, intervenuti tempestivamente con quattro squadre, hanno riferito che l’incendio ha avuto origine dalla copertura dell’edificio, dove erano in corso lavori per l’installazione di una guaina.
Da questo punto, le fiamme si sono propagate al sottostante laboratorio di circa 150 metri quadrati, fortunatamente privo di persone al momento del rogo. In via precauzionale, è stata evacuata una struttura alberghiera nelle vicinanze a causa del denso fumo prodotto dalle fiamme.
La situazione ha richiesto l’intervento della polizia locale, che ha bloccato le strade di accesso all’area interessata. La sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, ha esortato i cittadini a tenere chiuse tutte le finestre delle abitazioni nel raggio di un chilometro, annunciando che sarà emessa un’ordinanza con prescrizioni specifiche per gli esercizi commerciali. Sebbene non ci siano stati feriti gravi, si sono registrati alcuni casi di intossicazione lieve, curati sul posto da ambulanze giunte nell’area.
Il fumo nero generato dall’incendio è visibile a chilometri di distanza, creando preoccupazione tra la popolazione.
fonte foto:Repubblica.it
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