Il governo GB finanzia un’azienda che sta mettendo a punto carte da parati e pitture in grado di illuminare tutta la stanza con luce naturale e diffusa.
Tra due anni nelle nostre case potrebbero sparire lampadine e neon, sostituite da carte da parati e pitture che illuminano tutta la stanza con una luce naturale e diffusa e consumano molto meno degli attuali bulbi a basso consumo. Il governo britannico crede tanto alla possibilità di mettere sul mercato le “pareti luminose” da aver garantito alla Lomox, una start up gallese che sta sperimentando la tecnologia a diodi biologici luminosi, un finanziamento da 450mila euro.
Secondo le poche indiscrezioni che la Lomox ha lasciato trapelare sul nuovo brevetto, le pareti luminose sfrutteranno la già nota tecnologia dei diodi a emissione luminosa, ma risolvendo il problema degli alti costi di produzione e della durata del materiale. La sostanza chimica, che potrà essere applicata alle pareti sotto forma di rivestimenti trattati ad hoc o semplicemente come pittura, secondo alcuni potrà essere impiegata anche per illuminare schermi televisivi e display di computer e telefonini. Il risparmio energetico sarà eccezionale, perché il nuovo sistema di illuminazione ha bisogno di soli 3 e 5 volt, il che renderebbe sufficiente l’alimentazione con pannelli solari o batterie. Le pareti della Lomox emetteranno una luce del tutto uguale a quella solare, con tutta la gamma di colori, e la loro luminosità sarà regolata da interruttori progressivi di quelli comunemente usati per le normali lampade.
L’amministratore delegato della Lomox, Ken Lacey, ha spiegato al Times che i primi prodotti, segnali e barriere stradali soprattutto, saranno in vendita già nel 2012. “La luce è molto naturale e ha tutto il potenziale per le migliori soluzioni di arredamento”, ha detto Lacey, aggiungendo poi che il nucleo del brevetto della Lomox sta nell’aver sviluppato una nuova generazione di led ottenuti con un procedimento molto più economico e duraturo. I led della Lomox, infatti, grazie a uno speciale mix di agenti chimici non vengono intaccati dall’ossidazione, il maggiore problema per il deterioramento dei vecchi led.
L’ente erogatore del finanziamento, la Carbon Trust, ha sottolineato che l’illuminazione ha uno dei più alti impatti sulle emissioni inquinanti e se la tecnologia delle pareti luminose si dimostrerà vincente potrà essere uno dei maggiori contribuit al raggiungimento del taglio di emissioni del 34% entro il 2020 che la Gran Bretagna si è proposta. I nuovi Led sono due volte più efficienti delle lampadine perché non sprecano energia: nei bulbi, infatti, soltanto il 10 per cento di elettricità diventa luce e tutto il resto è disperso come calore.
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