Albanella. Il consiglio comunale dice no a nuovi impianti smaltimento rifiuti sul territorio

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    Il consiglio comunale nella seduta di venerdì 30 aprile, ha votato a favore ed all’unanimità, la delibera riguardante il possibile diniego di nuovi impianti dediti allo smaltimento rifiuti sul territorio comunale. Il voto è stato anticipato anche dalla relazione del  prof. Avv. Marcello Feola il quale, incaricato dall’Ente, ha relazionato dando parere negativo alla possibilità di realizzare l’impianto in quell’aera tutto a seguito delle incalzanti richieste del Comitato Ambiente Salute Albanella (costituitosi dopo la diffusione della notizia dell’interessamento di imprenditori del settore).

    Oramai è risaputa a tutti, la volontà dell’operatore economico MGM Srl, di realizzare un impianto dedito al recupero e riciclo di pneumatici fuori uso (e altri rifiuti) sin da agosto 2020, quanto ha presentato richiesta di licenza edilizia per edificare in via Tempone Giampietro.

    Dopo la delibera in questione, la vicenda, ora, prende note diverse ed una strada tutta in salita per la MGM srl, che, però, come già anticipato dalla stessa Azienda qualche giorno fa, è possibile che la discussione si possa trasferire in Tribunale.

    Una vittoria (per il momento) per il territorio la cui vocazione territoriale è ben diversa dall’industriale, e anche, per il Comitato Ambiente Salute Albanella  che aveva organizzato una raccolta firme per chiedere il “diniego all’impianto” interessando oltre 1100 cittadini.

    Il progetto della MGM srl, prevede(va), dopo il dannoso incendio che aveva distrutto la sede di Battipaglia, la realizzazione di un nuovo impianto ad impatto zero dedito al recupero e riciclo di questi rifiuti in una zona dedita all’agricoltura;  l’idea progettuale è sicuramente positiva in quanto va in contro alle direttive comunitarie che favoriscono impianti del genere.

    Quindi, ben vengano impianti del genere, e meno male che ci sono, ovviamente è importante delocalizzarli in zone che si prestano a questa tipologia di attività e non in territori a vocazione agricola, zootecnica e turistica.

    Cosa succederà ora? 

     

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